Chi ha inventato il giubbotto antiproiettile?

Uno dei principali sistemi di difesa utilizzati attualmente in scenari di guerra o in generale in situazioni che prevedono possibili conflitti con armi da fuoco è ovviamente il giubbotto antiproiettile.

Pur essendo un tipo di protezione ampiamente conosciuto nella sua forma attuale, trovo sia interessante descriverne la storia che ha portato dai primi (molto poco pratici) prototipi fino alla sua attuale incarnazione.
Uno dei primi progenitori del giubbotto antiproiettile può essere identificato con il “Brewster” americano, un’armatura progettata dal Dott. a durante la Prima Guerra Mondiale. Era composta da una protezione per il torace ed un elmo per la testa, ed era in grado di respingere il fuoco di una mitragliatrice Lewis. Essendo costruita in acciaio al nichel-cromo risultava alquanto pesante e scomoda da portare, a causa dei suoi 8-10 kg. di peso.

Qualcosa di più simile al concetto moderno di giubbotto antiproiettile è rappresentato dal “flak jacket” sviluppato durante la Seconda Guerra Mondiale dalla Royal Air Force inglese per fornire una protezione ai propri piloti contro il fuoco dell’artiglieria antiaerea (flak è un’abbreviazione utilizzata per fliegerabwehrkanone, termine tedesco per cannone antiaereo). Il suo scopo principale era quello di respingere schegge ed in generale proiettili a bassa velocità, anche se alcuni tipi di giubbotti flak erano in grado di assorbire svariati proiettili di pistole e fucili (in base al calibro ed alla distanza del tiratore).

Solamente dal 1971 in avanti inizierà la produzione di giubbotti antiproiettile con capacità e vestibilità simili a quelle moderne, grazie alla scoperta della Dott.sa Stephanie Kwolek di una soluzione liquida cristallina polimerica che porterà all’invenzione del Kevlar. Uno dei primi giubbotti sviluppati interamente in Kevlar fu il K-15 della American Body Armour del 1975, composto da 15 strati di Kevlar ed una piastra in acciaio balistico posizionate in corrispondenza del cuore.