Chi ha inventato il telefono?
A scuola lo insegnano e spesso ce lo dicono gli adulti: l’inventore del telefono è stato il fiorentino Antonio Meucci. Il fatto è che non la pensano tutti così perché il telefono, come molte alte invenzioni che hanno cambiato la vita di tutti noi, in realtà ha più di un inventore. Persone che, in modo indipendente l’una dall’altra e, a volte, senza sapere nulla l’una dell’altra, sono giunti allo steso risultato. È il caso, per esempio, di Innocenzo Manzetti. Che nel 1865 ad Aosta (più o meno in contemporanea con Meucci, che però viveva a New York), presentò un telefono perfettamente funzionante.
Nato in Valle d’Aosta, in una famiglia che si interessava di meccanica e di studi scientifici, Manzetti fece anche altre invenzioni, quali per esempio un tipo di automobile a vapore, la macchina per fare la pasta e un automa che suonava il flauto.
Quale fu il problema delle invenzioni di Manzetti e di Meucci? Il brevetto! Il brevetto è il certificato legale che garantisce la paternità di un’invenzione. Manzetti non ci pensò proprio, a brevettare il suo telefono, e Meucci non aveva abbastanza denaro per depositare un vero brevetto sulla sua invenzione né per mantenerlo negli anni successivi. Senza pagare questa registrazione, infatti, secondo la legge americana Meucci non poteva essere considerato l’inventore del telefono.
E così un altro inventore di origini scozzesi, Alexander Graham Bell, nel 1876 di fatto si impadronì dell’invenzione di Meucci e, con la sua compagnia telefonica, fece una fortuna.
Da allora, specialmente nei Paesi anglosassoni, Bell è considerato l’inventore di questo fondamentale apparecchio. L’11 giugno 2002, però, il Congresso degli Stati Uniti d’America (l’equivalente del nostro Parlamento) ha proclamato Antonio Meucci il vero e unico inventore del telefono: 126 anni dopo infatti, l’inventore italiano ha avuto il suo giusto riconoscimento.