Chi ha inventato il puzzle?
Al giorno d’oggi è uno dei giochi più utilizzati dai bambini e preferiti dalle madri in quanto stimola la curiosità e le capacità dei figli; ma chi ha inventato il primo puzzle della storia?
Il termine deriva dall’inglese “jigsaw puzzle”, rompicapo e fu realizzato in Inghilterra nel 1767 dal cartografo e precettore (preposto all’istruzione dei ragazzi) John Spilsbury (1739-1769).
Fu lui che ebbe l’idea geniale di fissare un planisfero a una tavola di legno e di separare poi con un seghetto le singole nazioni seguendone fedelmente i confini. Quello che uscì era un rompicapo che i suoi allievi dovevano risolvere, ricomponendo la cartina.
Inaspettatamente il suo puzzle ebbe un successo enorme, tanto che Spilsbury realizzò con la stessa tecnica mappe con temi sempre più specifici, ma sempre geografici. Comparve così la mappa dell’Europa, dell’Asia e di tutti gli altri continenti.
Il vero ostacolo alla diffusione del puzzle inizialmente fu il costo elevato: i primi “rompicapi” infatti erano sagomati a mano, un pezzo alla volta, da artigiani specializzati. Inoltre, le mappe venivano dipinte su legni pregiati come il mogano e il cedro. Non erano insomma per tutte le tasche, ma solo per chi poteva permetterselo: solitamente, i figli della nobiltà e della ricca borghesia europea e americana.
Con il passare del tempo i soggetti dei puzzle si differenziarono: non venivano più illustrate solamente mappe geografiche, ma anche episodi storici o di attualità, come l’incoronazione della Regina Vittoria d’Inghilterra (1838), e disegni di animali o storie fantastiche. Cambiarono anche i legni utilizzati: per distribuire meglio i puzzle, e far calare i prezzi, iniziarono a essere utilizzati legni meno pregiati.
A inventare i puzzle personalizzati (par puzzle) negli Anni ’30 del Novecento furono due giovani disoccupati, Frank Ware e John Henriques. Per realizzarli tagliarono sul tavolo della loro sala da pranzo il primo puzzle su commissione (con la data di nascita del committente).
Nel 1910 fu introdotto il puzzle interlocking, quello con i pezzi a incastro. A partire dagli Anni ’50 i tradizionali puzzle in legno vennero poi sostituiti da quelli in cartone, che avevano anche il vantaggio di una migliore qualità di stampa e permettevano di riprodurre fedelmente quadri celebri e foto spettacolari.
I puzzle oggi sono fabbricati in due fasi: la stampa e il taglio. L’immagine, stampata su carta antiriflesso e incollata su cartoncino, finisce sotto una pressa che, con un reticolo di lame, la taglia a pezzi. Le lame sono piegate a mano e, dopo vari utilizzi, sono sostituite: così gli stessi puzzle hanno forme diverse.